Dopo mesi di assenza compare nei nostri racconti e nel nostro viaggio la pioggia.. E compare proprio nel giorno in cui decidiamo di affittare delle biciclette per percorrere la strada delle cascate.A Baños arriviamo la sera e siamo subito assaltati dagli afittacamere, grazie alle indicazioni di uno di questi, dopo avergli rifiutato la sua perché troppo cara troviamo un ostello a 5 dollari per notte, con un losco proprietario che ha un negozio al piano terra. Le staze sono ok ma l’umiditá é altissima, ci dicono peró che nelle ultime tre settimane ha piovuto inintterrottamente e quindi non ha mai avuto tempo per asciugare nulla.
L’idea é di fermarsi poco a Baños, la party city nel mezzo dell’Ecuador, dove decine di gringos soggiornano e fanno festa la sera, ma avendo attorno molte cose da vedere finiamo per fermarci tre notti. Il primo giorno, dopo essere stati abbordati dal proprietario dell’albergo che cerca di venderci i suoi tour, scegliamo di fare una passeggiata sulla montagna, attualmente un vulcano, al lato della cittá. Si sale daprima per una serie di gradini, fino ad una statua della vergine, per poi proseguire su un sentiero fino alle pendici del vulcano, arrivando ad una installazione chiamata “La casa sull’albero”, con un’altalena altissima che ti proietta fuori dal pendio. Ci fermiamo al punto di pagamento, non volendo spendere soldi per un’attrattiva poco significativa e chiacchieramo con la proprietaria che ci racconta di come il vulcano si sia risvagliato ieri, dopo oltre tre mesi di sonno e di come quindi si possa vedere di notte la lava che fuoriesce e di giorno il fumo.
La sera mi concedo un bagno nelle acque termali, mentre Gaia preferisce andare a far eun giro per la cittá. Le terme hanno una piscina caldissima, con acqua oltre i 50 gradi, il cui primo ingreso é difficilissimo ed altre piscine di acqua gelida attorno in cui ci si tuffa molto volentieri dopo i quindici minuti di permanenza consigliata nel brodo caldo. La quantitá di gente é impressionante, un carnaio peggio di una spiaggia adriatica il 15 agosto, ma ognuno riesce a bruciare e congelare senza dar troppo fastidio agli altri.
Il secondo giorno decidiamo di affittare delle biciclette per percorrere la strada delle cascate, ed é qui che torniamo all’inizio di questo racconto: una gita per vedere acqua che cade, sotto la pioggia. Dopo oltre tre mesi di passeggio per Gaia nel Sud sudamerica questa é la prima pioggia vera che prendiamo in questo viaggio. Cosí che con acqua per ogni lato arriviamo all’attrattivo della giornata: il Pailon del Diablo, una cascata altissima attorno alla quale sono state scavate delle scale e a cui si puó accedere fino ad arrivare dietro alla cascata stessa. La mia Pentax K50D dimostra la pasta di cui é sigillata resistendo a tutti gli schizzi della giornata e riuscendo a congelare l’acqua in caduta da piú punti di vista.