Cuzco, come crocevia per Machu Picchu, è una città molto turistica, dove anche i commercianti parlano inglese.
Ma andiamo con ordine: lasciamo Puno in autostop, arrampicandoci verso l’uscita della città con gli zaini enormi sulle spalle e raggiungendo i 4000m di quota. Ci dobbiamo però allontanare sempre a piedi dalla città prima di poter essere caricati da un simpatico signore con una jeep che ci porta fino a Juliaca. Juliaca non ha nulla a che fare col turismo e probabilmente gli ultimi stranieri che gli abitanti hanno visto aggirarsi con degli zaini sulle spalle risalgono ad una generazione fa. Ci incamminiamo dal centro fino alla periferia estrema sotto gli occhi esterefatti della gente. Se aggiungiamo poi l’orario dell’uscita di scuola a questa esperienza bisogna immaginarsi decine di bambini di tutte le età che ti circondano e ti passano di fianco fissandoti, i più intrepidi ci hanno anche chiesto di fare una foto insieme, altri ci hanno detto che per andare dove vogliamo andare bisogna prendere un autobus e che siamo nel posto sbagliato per prenderlo, non capendo cosa significhi fare autostop. Solo uscendo a piedi anche da questa città troviamo finalmente un camion che ci porta fino a Cuzco. Un viaggio lentissimo, con il guidatore che ad ogni donna per strada suona la tromba o il clacson e Gaia che ogni volta lo sgozzerebbe a mani nude per machismo, ma arriviamo in serata alla capitale del regno Inca.
Cuzco è una città turistica e nel centro ci sono più gringo che cuzquegni, di conseguenza è una città cara. Ma noi non siamo turisti, siamo in giro già da troppo tempo per esserlo e quindi con un po’ di stratagemmi e consigli siamo riusciti a trovare i modi economici per fare un po’ tutto. I primi consigli arrivano dal nostro amico Davide, che nel suo blog ci scrive come andare a basso costo a Machu Picchu. A partire da questi e dalle persone che abbiamo conosciuto di conseguenza deriva tutto il resto.
Punto primo: tutto ciò che è turistico costa e l’unico modo di farlo costare meno è dimostrare di essere studenti. Per essere riconosciuti come studenti bisogna avere una tessera ISIC, che si può fare in un ufficio in centro a Cuzco portando i documenti che attestino di essere iscritti all’università, come il pagamento delle tasse o una certificazione di iscrizione, unitamente a copia del passaporto e una fototessera (anche solo stampata). A differenza dell’Italia la tessera la fanno anche se si sono superati i 26 anni. Molti portano certificazione falsa, quindi i controlli sono severi.
Punto secondo: l’ostello più economico e più “buena onda” si chiama Let’s go Banana, ha cambiato gestione rispetto a quando Davice c’è stato ma rimane bello, gestito come se si fosse in famiglia e soprattutto frequentato da gente interessante, viaggiatori, artisti di strada e gente alla ricerca di se stessa per il mondo. Qui si possono raccogliere informazioni preziose su come risparmiare per visitare i dintorni di Cuzco, Machu Picchu inclusa.
Punto terzo: ogni attrazione turistica ha una backdoor, un punto di accesso quasi sconosciuto che implica camminare, nascondersi a volte, entrare dal retro, ma non pagare gli esorbitanti biglietti. Anche Machu PIcchu é accessibile a piedi evitando il biglietto, ma bisogna farsi accompagnare da qualcuno di locale che conosca i sentieri su per la montagna e sfuggire ai controlli, cosa non facile da conseguire.
Questione cibo: nella zona centrale tutto costa tanto, ma il mercato di San Pedro, giusto dietro a Plaza de Armas ha degli ottimi almuerzos a pochi soles, con il vantaggio ancor auna volta di mangiare con la gente del posto. Altrimenti ci sono i supermercati ceh anche in centro sono abbastanza economici e permettono di comprare per cucinare in ostello. Se infine si vuole guadagnare qualcosa per proseguire il viaggio c’è sempre la possibilità di cucinare qualche biscotto e venderlo per le vie centrali ad un Sol, non lo abbiamo fatto direttamente ma abbiamo parlato con ragazzi/e che così facendo si pagavano l’ostello e un po’ di spese.
Cosa visitare: ci sono troppe cose da visitare per una vita intera. Nel nostro viaggio abbiamo tempo ma contemporaneamente abbiamo fretta perchè le americhe sono grandi, più grandi di come ogni europeo le ha possibilmente in mente ed il solo Perù è più grande di oltre quattro volte dell’Italia, con una cultura e dei luoghi magici da scoprire dietro ogni angolo. Vicino a Cuzco abbiamo visitato Tambomachay, ci si può arrivare con un bus per Calca che costa pochi soles, arrivando al sito archeologico subito sulla destra, prima dell’ingresso ufficiale, si sale una scaletta che va al villaggio li accanto (state pronti a dire che andate a visitare un amico e non mostrate macchine fotografiche) da cui si può accedere al sito archeologico dalla vallata e poi uscire tranquillamente dall’ingresso principale. Noi per la foga ci siamo messi a correre su per le scale, che ci hanno ricordato di essere in alta quota tagliandoci le gambe ed il fiato dopo la prima rampa. A partire da Tambomachay si puó ridiscendere a piedi verso Cuzco (sono 6km), visitando Puca Pucara, Huayllarcocha, il Templo de la Luna, Chukimarca, Saqsaywaman (che peró é molto controllato da ogni parte e non prevede un ingresso singolo, bisogna infatti prender e il biglietto turistico cumulativo per poterci accedere, ma giá dalla biglietteria si vedono le principali caratteristiche del sito) ed infine il cristo che regna sulla cittá, bianco ed illuminato di notte, da cui si puó vedere tutta Cuzco dall’alto.
Ci sarebbero mille altre cose da vedere (Pisac e Ollataytambo solo per dirne due) ma non ci é bastato il tempo, saranno una delle ottime scuse per tornare in Perú..
La festa del Corpus Christi: una delle feste a cui si puó assistere a Cuzco consiste nella sfilata dei santi della cittá, che escono dalle chiese e vengono portati a spasso per la cittá, da uomini sofferenti per lo sforzo, su delle strutture pesantissime, accompagnati dalla banda che suona e dai bambini che si esercitano portando il piedistallo su cui appoggiare questi “troni” durante le pause della manifestazione. Il tutto ha una durata di tre giorni, in cui dapprima i santi entrano in cittá e poi entrano nella piazza principale ed infine nella cattedrale.
Tutta la popolazione é per strada, accalcata a guardare la sfilata, si mangia un piatto speciale per l’occasione, freddo, nel quale figura come ingrediente di punta il Cuy, un ratto simile al porcellino d’india, cotto al forno e che ha il sapore croccante del maialino fatto a porchetta, accompagnato da altri tipi di carne, alghe, formaggio, mais.
PS: Gli inca erano alieni, ne abbiamo la conferma..