#Day371 when “My aim is to put down on paper what I see and what I feel in the best and simplest way.” – Ernest Hemingway
Trasformata in museo, a Key West c’é la casa dove Ernest Hemingway visse negli anni trenta. Era l’unica casa con l’acqua corrente all’interno, fu una delle poche case ad avere la piscina, un ring, perché Ernest amava boxare, e un orinatoio trasformato in fontana. Tornò diverse volte in questa casa, con diverse mogli. Prima di tornare a Cuba, quando ancora si poteva. Lo scrittore inoltre la riempì di gatti. Quelli che ci sono oggi sono discendenti dei gatti di allora. Anche io ho avuto tre generazioni dalla stessa gatta, che chiamai Jonathan prima di accorgermi che fosse femmina. E in ogni cucciolata c’era un Jonathan ovviamente. Ad ogni modo i gatti di Hemingway sono protetti come patrimonio turistico/culturale e hanno tutti una caratteristica singolare e inquietante, hanno sei dita. Questo significa che possono avere una sorta di pollice opponibile che gli permette di afferrare gli oggetti. Come una penna. Del resto sono i gatti di uno scrittore.
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