Il viaggio non inizia mai con la partenza, inizia molto prima, con un’idea, un sogno.
I primi due giorni del nostro sogno islandese sono stati intensi: tutto martedì primo agosto abbiamo fatto i bagagli, le ultime commissioni ed inscatolato le bici. All’una di notte abbiamo infine preso l’aereo da Malpensa e siamo arrivati alle 3, le cinque in Italia, in Islanda.
Una volta rimontate le bici, circa un paio d’ore, iniziamo a pedalare. 81km surreali che tra il paesaggio fantastico e la stanchezza ci hanno trasportato dentro a quello che fino a questo momento era stato solo sognato. Alle 8 di sera, con ancora il sole alto crolliamo addormentati in tenda.
Il secondo giorno percorriamo altri 94km nelle praterie del sud, tra cavalli e pecore in una enorme vallata fluviale che risaliamo con il vento alle spalle fino alla prima cascata da visitare del viaggio. Cuciniamo su dei tavolini guardando l’acqua che scorre e poco dopo, lì vicino, piantiamo la tenda in mezzo al nulla.
Iniziamo il terzo giorno con un po’ di sterrato: 12km su una strada per 4×4, tramite la quale visitiamo un’antica fattoria ed una cascata.. testiamo così le biciclette Stanforth per quello che sono nate: andare ovunque. Una volta tornati sulla strada principale ci ritroviamo in mezzo al nulla: un ghiacciaio sullo sfondo ed una immensa pianura di pietre attorno a noi.. Con un paesaggio così non possiamo che fermarci per cucinare il pranzo sotto una leggera pioggerellina, ammirando il panorama.
La strada che abbiamo scelto ci regala poi altri 20km di sterrato, abbastanza trafficato e col fondo messo male, tutto a cunette. Solo a metà di questo tratto, con venti km già percorsi fuori dall’asfalto, ci viene in mente la cosa più banale: sgonfiare le gomme per aumentare il confort.
Ci accampiamo distrutti lungo la strada, tra una fattoria e l’altra ed il mattino successivo veniamo svegliati dallo scalpitare di un gruppo di cavalli che son venuti a vedere cosa fosse quella strana costruzione vicino a casa loro.
Ora di pranzo abbiamo già percorso 60km e ci concediamo una pausa per visitare la cascata di Seljalandsfoss, vicino alla quale campeggeremo la notte. I campeggi sono molto spartani e richiedono spesso un costo aggiuntivo per le docce calde. Siamo ora sulla ring road, che è super trafficata ma è l’unica via per percorrere la costa sud. Siamo confidenti che allontanandoci sempre più da Reykjavik il traffico diminuisca..
Dopo tre giorni di dolci colline affrontiamo le prime vere salite del viaggio: una rampa del 12% ed altre colline difficili da risalire con il carico che abbiamo appresso. Raggiungiamo così Vik e visitiamo la spiaggia nera, circondata da rocce basaltiche esagonali e casa delle pulcinelle di mare. Abbiamo così raggiunto il punto più a sud dell’Islanda.
Il quinto giorno inizia con il vento contrario e pioggia, partiamo da Vik in tarda mattinata e ci addentriamo nel nulla: una lingua di un ghiacciaio sulla sinistra, nubi e nebbia davanti a noi. Fa freddo, ci sono nove gradi, ed il vento non migliora le cose, nonostante questo resistiamo ed indosso abbiamo solamente la maglia termica Silverskin ed uno strato impermeabile; quando si pedala si sta davvero bene!
Nei prossimi giorni ci avvicineremo e passeremo attorno al ghiacciaio Vatnajokull, dove i venti gelidi sfiorereanno probabilmente i 50Km/h secondo le previsioni locali.
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I panorami continuano a togliere il fiato: sembra di essere dentro ad un disegno, di poter toccare le nuvole e l’infinito che spesso si estende attorno a noi ti fa (a volte) dimenticare la fatica del pedalare..