Lasciamo Lima in Bus, date le dimensioni della città è la soluzione più comoda. Ci dirigiamo ad Huaraz, nuovamente in mezzo alle Ande.
Al nostro arrivo, ancora intontiti veniamo abbordati da un “operatore turistico” della zona che ci propone un tour già a partire dal mattino stesso e ci propone anche un posto dove dormire in una casa ostello. Essendo i prezzi decenti (ed avendoli anche abbassati un po’ rispetto alla prima proposta) decidiamo di accettare e veniamo trasbordati gratis in taxi, come dei veri turisti. É una sensazione nuova che dopo il viaggio in bus stra-comodo ci da l’idea di essere dentro un mondo ovattato, non reale.
La gita della giornata è a Chavin, il centro cerimoniale meta dei maggiori pellegrinaggi nell’antichità del Sud America. Il sito ha una struttura a piramide con più livelli di accesso dediti a diverse funzioni. L’esterno è diviso in due piazze, una quadrata in cui i pellegrini potevano assistere alle cerimonie e portare le loro offerte ed una circolare dove solo i sacerdoti potevano accedere. Al di sotto di queste piazze un sistema di condotti percorsi dall’acqua provoca suoni ed effettiche aiutano ad entrare in uno stato di trance, raggiunto principalmente grazie dall’assunzione di San Pedro, una droga ricavata dall’omonimo cactus.
Una serie di cunicoli sotterranei completano la struttura, facendo intendere come fossero parte stessa del progetto originale in quanto costruiti con pietre di enorme dimensione, disposte in strati successivi a dare stabilità a tutta la struttura. Piccoli ma efficienti condotti permettono il corretto circolo di aria in tutta la parte sotterranea, dove i sacerdoti si ritiravano a meditare e da dove si accede ad una delle divinità adorate: un monolito di pietra alto cinque metri e scolpito su tutte le facce, sopra il quale, dall’alto, all’aperto, veniva versato il sangue sacrificale durante le funzioni e al quale si accedeva solo da stretti cunicoli, aumentando così il senso di stupore e devozione all’avvicinarsi ad esso.
Avendo concentrato tutto nel primo giorno la parte “turistica” che volevamo fare ci organizziamo per lasciare Huaraz e dirigerci verso Nord, con l’intenzione di lasciare il Perù.
Ci arrampichiamo, nuovamente ad oltre 3500m con gli zainoni pesanti, fuori città per iniziare il nostro lavoro di autostoppisti, ma dopo un paio d’ore di nulla, passate a guardare dei bambini giocare, saliamo su un autobus, non prima di avergli fatto dimezzare il prezzo inizialmente proposto. Arriviamo così a Casma, da dove un medico ci da un passaggio fino all’ingresso di Chimbote, da qui con un altro passaggio arriviamo all’altro estremo della città dove siamo costretti ad attrezzarci per la notte data l’ora ormai tarda. Cuciniamo sul bordo della strada un riso e lenticchie e poi montiamo la tenda in una piccola aiuola di un gentilissimo benzinaio, proprio tra i cartelli “vietato stazionare” e “pericolo gas”.
Ripartire il giorno dopo pare impossibile: il traffico è intenso sulla panamericana, siamo posizionati bene, fuori città, di camion ne passano tantissimi ed avrebbero tanto spazio per fermarsi, di macchine che non siano taxi ce ne sono, ma nessuno fa il minimo accenno a fermarsi. Dopo oltre due ore di attesa un taxi si avvicina e ci chiede dove siamo diretti, come sempre coi taxi spariamo il nome di una città sufficientemente lontana per scoraggiarli, ma questa volta ci offre di portarci fino alla prossima città ad una stazione dei bus. Pur di toglierci dal posto che sembra infruttuoso accettiamo, anche se sotto sotto non ci piace che la gente di qui non capisca la differenza tra il viaggiare in autostop ed il prendere il bus. Contrariamente alle nostre aspettative però ci offrono dapprima la colazione e poi ci pagano il biglietto del bus per andare a Trujillo, augurandoci di proseguire il viaggio con la grazia di Dio. Stupiti di tutta questa gentilezza non sappiamo come poter ricambiare ed un po’ ancora spaesati ci troviamo a destinazione.
Non essendo possibile nemmeno in questa nuova città trovare un passaggio ci vediamo costretti ad aspettare la sera e prendere un bus notturno per Piura, città nel nord in cui una CouchSurfer già ci ha confermato disponibilità per ospitarci. Trascorriamo mezza caldissima giornata al terminale del bus, senza nemmeno le forze per esplorare questo posto (ed io spossato da un po’ di avvolgimenti di budella).