Finiamo il giro musicale con la culla del Jazz, New Orleans. E ripartiamo in bicicletta.
Ebbene si, avete capito bene, non ci bastava aver fatto autostop in Sud America, comprato a caro prezzo un rottame per guidarlo da Panama a Vancouver, aver chiesto passaggi, su diversi mezzi, preso autobus in tutte le condizioni, provato i treni americani. Ora abbiamo deciso di provare ad andare avanti con le nostre gambe, letteralmente!
Ma divaghiamo un attimo, così che avete tempo per metabolizzare la notizia.
Arriviamo a New Orleans di lunedì, con un treno da Memphis che si trasforma in un bus per problemi alla linea ferroviaria. Pare proprio che gli americani non ce la possano fare a garantire un servizio ferroviario al pari di quelli europei.. saranno le grandi distanze ma nella mia esperienza cinese ho visto molta più efficienze su distanze ben più lunghe.
Siamo ospitati a questo giro da persone di un nuovo network, si chiama WarmShower ed è al pari di CouchSurfing ma per persone che viaggiano in bicicletta. Fondamentalmente garantiscono il minimo di cui un viaggiatore ha bisogno, una doccia, un posto dove riposare, anche solo piantando una tenda ed un riparo per le biciclette, oltre naturalmente a consigli su mete ciclabili, punti di vista sulla cultura e vita di una città.
New Orleans è una città dalle molte facce, un centro turistico chiamato quartiere francese dove una via chiamata Bourbon riunisce tutti i principali locali. Una periferia diversificata, dalla più benestante alla più pericolosa da attraversare. La città è permeata da uno spirito di pazzia, gioia, leggerezza, festa. Qui avviene il carnevale più famoso degli Stati Uniti ed in questa regione si mangia uno dei cibi più buoni, cucinato per davvero!La specialità locale si chiama po-boy ed è un panino enorme ripieno di tutto (tra cui si può scegliere salsiccia di alligatore e pesce gatto) ma il meglio viene dato dalla Jambalaya, un riso condito con verdure e carne di tutti i tipi. Essendo vicino al mare i piatti di pesce si sprecano e le ostriche, beh quelle venivano usate come materiale da costruzione tante ce ne sono..
Assistiamo ad una parata carnevalesca, ne viene organizzata almeno una ogni week end da dopo Natale alla data del Mardi Gras, quando avviene il culmine della pazzia. Tutti sono vestiti da qualcosa, i carri sono auto-prodotti da diversi gruppi (o crew) ed hanno ognuno una tematica diversa, di anno in anno. Suggella la follia generale la presenza di collanine a perline, che tutti hanno addosso e che la gente dai balconi regala a chi passa per la strada in cambio di strilli, approvazione, mostra di parti del corpo (la più richiesta, indovinate un po’, è il seno..). La città porta ancora in parte i segni dell’uragano Katrina, le strade sono dissestate e i marciapiedi sono messi peggio, con la natura che se li sta riprendendo in più parti. Le case sono quasi tutte risistemate, per lo meno nelle parti di città che abbiamo visitato, ma la ferita anche solo psicologica è presente.
Torniamo alla notizia.
Durante questo viaggio abbiamo conosciuto molti ciclisti, chi ha circumnavigato il globo a pedali e chi sta facendo dall’Alaska ad Ushuaia e così ci siamo convinti a provare anche noi, per un percorso più piccolo naturalmente. L’idea è di percorrere la distanza che separa New Orleans da Miami, circa mille miglia, ovvero circa 1600km.. Che malcontati, secondo Google, sono più che andare da Torino a Palermo.. ma qui le distanze sono così grandi che in realtà non stiamo facendo nulla di sconvolgente.
Con questa idea in testa siamo arrivati a New Orleans, una settimana fa. Visitando tutti i negozi di biciclette abbiamo trovato due destrieri malconci ma ancora robusti nel reparto usato, abbiamo ordinato in internet quello che era più economico e che ci mancava, abbiamo trovato un negozio di bici a Miami (Cycle World) che ci sponsorizza, tenendoci il pacco con i nostri zaini che gli abbiamo spedito et voilà, siamo pronti a partire!
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti quelli che ci hanno fatto un regalo natalizio, pensatelo trasformato ora in un carretto per bici, in luci, caschetti, in un sistema di filtraggio acqua e nelle biciclette stesse. Grazie!
Nei prossimi due mesi vivremo questa quarta fase di viaggio, useremo un nuovo modo di comunicare assieme al blog e ad instagram: si chiama Story Mapping e ci è stato suggerito dal nostro amico Alessandro (di cui leggiamo sempre con passione il blog Zucchero Sintattico) ed ha la forma che vedete qui sotto e che sarà riportata anche in home page.