Lasciamo san Francisco percorrendo la costa, visitando la zona dei vini attorno alla famosa Napa Valley ed in un paio di giorni ci troviamo nel pieno dell’Oregon che ci accoglie con degli splendidi colori autunnali.
San Francisco è piaciuto così tanto anche a Chevroletto che quando noi finalmente ci decidiamo di lasciare la città, dopo esserci chiusi fuori con tutti i bagagli da casa dei nostri Couch Surfers, lui decide di non accendersi. Lo spingiamo fino da un meccanico, trovandoci per fortuna in una parte pianeggiante della città e oltre al solito elenco di problemi già noto questa volta ci è staccato un cavo che alimenta una delle candele. Risolto il problema momentaneo e non toccati i gravi problemi alla trasmissione, al motore, all’iniezione e ai mancati scoppi, ripartiamo verso Nord.
Rallentati dalla mattinata spesa tra le officine meccaniche riusciamo a visitare solo una cantina. Evitiamo la costosa Napa valley e preferiamo una degustazione gratuita nella vallata chiamata Sonoma. Qui le degustazioni non sono come siamo abituati in Italia che vai in una cantina, chiedi di provare un paio di vini e poi decidi se comprare o no. Come tutto in America qui conta l’experience che tu fai degustando vini, quindi ti viene raccontata la storia, ti fanno provare una decina di vini diversi diventando i tuoi migliori amici per quella mezz’ora ed i posti si contendono i clienti a colpi di pergolati, balconi con vista e degustazioni dai 40 ai 100 dollari a testa. Noi, come detto, preferiamo la vallata economica e dentro la vallata economica una delle cantine che offre degustazioni gratuite. Compriamo alla fine una sola bottiglia, pagandola come una cassa da 6, di un vino simile al porto, da tenere per festeggiare quando ci disferemo di Chevroletto.
Proseguiamo il viaggio verso Nord percorrendo la costa della California. Facciamo una prova di fantasia: immaginatevi una costa oceanica alta a strapiombo sotto la quale le onde si infrangono con linee di schiuma bianca infinite, con in mezzo alle baie dei pinnacoli di roccia parzialmente erosi dal vento e dalle onde. Fate una pausa da questa immagine e visualizzate un bosco autunnale dai colori rosso e giallo acceso, che si intersecano tra un verde brillante di conifere sempiterne dal tronco dritto ed enorme e colorato di rossastro (i redwood appunto). Perfetto, ora mettete sul lato sinistro la prima immagine, al centro una strada asfaltata contorta con curve e contorcere, di quelle divertenti da guidare, e sul lato destro la seconda immagine, vi trovate nella costa Nord della California, entrando in Oregon, d’autunno.
Incrociamo tantissimi viaggiatori in bicicletta e altrettanti viaggiatori o vagabondi o barboni per le fredde strade di paesini arrampicati tra i boschi dell’Oregon. Noi infreddoliti dentro Chevroletto, che viaggi senza riscaldamento dal Messico, ci stupiamo di come tanta gente scelga di essere in mezzo alla strada in posti così freddi.
Raggiungiamo infine Eugene e siamo ospitati da una coppia fantastica, barista e musicista lui e pasticciera lei. Vivono in una casa di una 70ina di anni fa, tutta piena di oggetti di altre epoche, vanno in giro con una macchina di 50 anni fa e si vestono come se fossimo negli anni 70. Un tuffo nel passato. Con loro e grazie a loro scopriamo la bellissima Eugene, crocevia di musica, di produttori di ottima birra artigianale, con tantissime case in legno risalenti a più di un secolo fa (che per la costa Ovest dell’America è qualcosa di antico e raro). I colori autunnali, la nebbioli la sera ed una città in cui si può camminare ci accolgono con il calore di una famiglia, di un camino e della cultura del buon cibo e delle spettacolari torte. Una delle case più vecchie è ora in possesso del padre del nostro CouchSurfer, che dopo essersi unito per noi a cena (ravioli fatti in casa) ci ha invitato a visitare la casa ed il suo laboratorio di liutaio, dove costruisce violini da oltre 40 anni.
Dopo Eugene ci spostiamo a Portland, dove siamo ospitati in una casa del 1800 che ha il fascino di una casa occupata, ampio cortile sul retro, oggetti e resti di feste passate, tante persone che passano per casa e 3 cani super attivi per casa. La casa ha il nome di Glitter Dome House, il nostro ospite non sa bene perchè, ma è un nome che piace e quindi lo tengono.
Non facciamo tempo ad arrivare che giusto dietro casa la polizia chiude una strada in seguito ad una sparatoria, a quanto pare hanno inseguito e fermato a colpi di pistola un nero che ha commesso un qualcosa in un’altra parte della città. Ottima occasione per conoscere qualche vicino che si è affacciato per strada come noi a vedere che succede. E poi ci direte che con un’arma a testa la vita in Italia sarebbe più sicura, mah..
Portland ci accoglie con la sua pioggia e poco da vedere, oltre ad un parco cittadino enorme l’attrazione più consigliata dai locali è una libreria. Una libreria davvero enorme, su 5 livelli e con libri nuovi ed usati, ma comunque pur sempre una libreria. Visitiamo i mercatini artigianali del week end in centro e come ormai consueto mangiamo in un ristorante cinese, almeno li hanno verdure, zuppe e qualche cereale.