La nostra visita alla capitale dell’Ecuador, Quito, coincide con una visita ben più importante, quella del papa.
Da Baños partiamo in autostop, con la nostra amica pioggia che ci accompagna nei primi istanti. Dopo poca attesa ci carica una signora con la quale facciamo un giro paoramico delle colline attorno a Baños grazie ad una deviazione dalla strada principale, veniamo lasciati poi ad uno svincolo dove ci carica dapprima un ragazzo mezzo russo e mezzo equadoregno con un pick up e poi, dal mezzo di uno svincolo, un furgone con una famiglia che ci carica nel retro fino ad un casello. Superato quindi il casello a piedi, l’ultimo passaggio della giornata ci viene regalato da una signora americana, che vive da anni in Ecuador seguendo progetti di ingegneri senza frontiere ed altre cose di volontariato per sei mesi all’anno e lavorando nella gestione di un hotel gli altri sei mesi.
Insieme, lei con l’obiettivo di recuperare delle amiche all’aeroporto e noi con l’obiettivo id raggiungere il nostro couchsurfer, cerchiamo di entrare a Quito, proprio nell’orario in cui è previsto l’atterraggio del papa. Tutte le strade che cerchiamo di intraprendere vengono chiuse poco prima del nostro passaggio, ogni poliziotto a cui vengono chieste informazioni ne da di diverse rispetto a quello precedente, causando crisi isteriche nella nostra autista. Approfittiamo dell’occasione per scoprire la geografia della città: Quito è lunga e stretta, racchiusa tra delle montagne con grandi strade di scorrimento nella direzione nord-sud e degli svincoli per attraversare la città nella direzione più breve, ovvero da est a ovest.
La prima sera veniamo ospitati da Daniel, un ragazzo di CouchSurfing che è disegnatore e lavora per grandi marchi come Coca Cola o il governo. Ci fa vedere un po’ del suo lavoro e poi ci spiega cosa visitare in città e dove andare per vedere il vero passaggio dell’equatore.
La visita del giorno dopo alla città è un labirinto tra transenne e posti chiusi per la visita papale, riusciamo però a vedere il cambio della guardia, che viene effettuato tutti i lunedì alla presenza del presidente (se in sede) e di atri alti rappresentanti e a visitare un museo sulla storia e cultura precolombina molto interessante. Al pomeriggio invece andiamo a visitare la metà del mondo, il luogo di passaggio dell’equatore. Ci sono differenti misurazioni di questo luogo e quindi diversi siti, il più visitato è quello dove all’inizio del noveento una spedzione francese triangolò grazie all emontagne la linea equatoriale. Il più atico invece risale a 4000 anni fa, quando con la sola osservazione dell’ombra i sacerdoti decretarono maggggico e sacro quel posto della terra che per sei mesi aveva ombra da un lato e per sei mesi dall’altro e che per un solo giorno, anzi momento all’anno non aveva affatto ombra. Noi siamo andati a visitare il parco, meno costoso del monumento turistico, dove un GPS milita, alla fine del secolo scorso ha misurato lo 0, In questo parco, durante il giro guidato, vengono fatti gli “esperimenti” del senso di rotazione dell’acqua e si viene sfidati a far stare in equilibrio un uovo fresco sulla testa di un chiodo (noi siamo riusciti a superare quest’ultima prova e ci dicono solo perchè eravamo sulla linea equatoriale, se qualcuno che sta leggendo vuole provare e mandarci una foto del suo successo in giro per il mondo è più che benvenuto ;) ).
Rimaniamo un altro paio di giorni in città, ospitati da una CS che abbiamo conosciuto mentre eravamo ospiti a Lima, tutti nella stessa casa, e sfuggiamo ai papa boys, anzi alla “gioventù del papa”, come una manifestazione lunghissima di ragazzi canta mentre va ad accamparsi sotto la pioggia nel parco dove il giorno dopo si terrà la messa.