Tornati negli USA visitiamo la piovosa Seattle e poi partiamo per un lungo viaggio in treno di 50 ore.
Siamo di nuovo a piedi, abbandonando Chevroletto finisce una grande tappa del viaggio, dobbiamo di nuovo caricarci gli zaini sulle spalle e compattare tutto quello che abbiamo accumulato dentro un van per mesi in soli tre zainoni. Per fortuna il passaggio è delicato e lento, troviamo infatti un ride sharing per varcare il confine. Gentilmente ci viene a prendere a casa e ci porta proprio sotto casa del nostro CouchSurfer, aiutandoci a trasportare più di quello che in realtà ci sta negli zaini in modo molto agevole. Allo stesso modo per lasciare Seattle dobbiamo percorrere solo poche centinaia di metri prima della stazione ferroviaria, dove carichiamo su un treno tutti i nostri bagagli e ce ne dimentichiamo per un paio di giorni.
Seattle è una città strana, frizzante, dall’atmosfera vivace nonostante il freddo e l’umido. Si percepisce nell’aria che qui alla gente piace starci. La città ha un passato industriale, ma molti vecchi edifici sono ormai stati riadattati a bar, luoghi di incontro. Sul porto vi sono lavori di ampliamento e rafforzamento che sfruttano tecniche all’avanguardia come il congelamento del suolo per ridurre le infiltrazioni di acqua salmastra durante i lavori. Esiste una città sotterranea, visitabile anche se non ci siamo andati, creata in passato per livellare le colline su cui era stata costruita inizialmente la città. Veniamo ospitati da un ragazzo californiano, trasferitosi ed innamoratosi del freddo e dell’ambiente di Seattle. Ci ospita in un monolocale con cucina di 2×8 metri quadri, facendoci dormire sul suo letto che si sdoppia e dormendo lui a terra.
Gli lasciamo in ricordo il piccolo estintore che avevamo comprato per Chevroletto, così, facendo finta di dimenticarcelo sopra il frigorifero, magari diventerà parte dei suoi prossimi set e progetti cinematografici oppure non si accorgerà mai della sua presenza.
Gaia trova un paio di scarpe dopo che le stavamo cercando dal nostro ingresso negli stati uniti.
Lasciamo Seattle ad inizio pomeriggio e ci sistemiamo a bordo di un lungo treno argentato per un viaggio che ci porterà fino a Chicago. Ci prepariamo all’avventura con tanto cibo e tanta pazienza. Nei due giorni successivi vediamo scorrere dietro i finestrini le stupende rocky mountains coperte dalla neve e le successive praterie, dove poche case, o meglio fattorie, punteggiano il vasto territorio del mid-west. Sono paesaggi sconfinati, stupendi, in cui sarebbe bello poter camminare dentro, perdersi tra le vallate e le pianure, dove per migliaia di miglia non si vede nulla che assomigli ad una città.