Mettersi in sella alla bicicletta cambia la prospettiva di qualsiasi viaggio.
Dopo oltre nove mesi trascorsi nel continente americano a bordo di ogni tipo di mezzo motorizzato o spinti dalle proprie gambe con uno zaino in spalla il fatto di mettersi in sella ad una bicicletta cambia la prospettiva e gli orizzonti di viaggio.
Superata la fatica dei primi giorni, una volta che il fisico è allenato a sopportare i kilometri, sopraggiungono le prime riflessioni: in bicicletta ci si sente più liberi, si ha la possibilità di andare dove si vuole, ma su distanze inferiori rispetto a quelle della macchina.
Questo porta ad apprezzare e valutare molto più nel dettaglio i posti e i paesaggi attraversati. Si possono contare facilmente gli animali morti per strada, una strage purtroppo.
Si può entrare maggiormente a contatto con la cultura di un posto perchè giorno dopo giorno si sarà sempre nella stessa zona geografica e pian piano si riesce anche a comprendere l’accento del Sud così diverso da tutto il resto degli Stati Uniti. Si guarda la natura con più rispetto ed anche un piccolo saliscendi collinare fa la differenza a volte. Ci si confronta con l’educazione degli automobilisti, alcuni dei quali ti sorpassano suonando il clacson come a dire “togliti dalla mia strada” ed arrivano addirittura a farti il dito.
Sinceramente preferisco il vecchio che mi fa il dito ma che supera lasciando mezza corsia di spazio piuttosto che il pickup che mi passa a 10cm dal manubrio come se io davvero non esistessi.
Già dopo i primi giorni il corpo inizia a trasformarsi: le cosce si gonfiano, i polpacci si affilano e ci si inizia ad asciugare. La fame è continua, anche durante i giorni di pausa il nostro corpo continua a chiedere cibo e a chiederne almeno il doppio rispetto a prima.
Ogni posto raggiunto è un traguardo personale, la velocità media più alta del giorno prima è una gran soddisfazione, il rendersi conto che si iniziano ad usare delle marcie per andare in piano o in salita che prima si usavano solo in discesa da fiducia nel miglioramento continuo.
Pedalare libera anche la mente, è un movimento continuo che dopo un po’ passa in secondo piano ed affiorano pensieri, riflessioni e progetti per il futuro. La consapevolezza che pochi mesi ci separano dal ritorno in Europa è presente e allo stesso tempo l’ormai abitudine al suolo americano si mischiano in una strana combinazione di emozioni.