Tutte le città, paesi, gruppi di case che si affacciano al Po hanno una via Po, che si butta perpendicolare al corso del fiume.
Sul far della sera una mia distrazione (ed il fatto che andavo senza mani “ciao nonna, senza mani”), un buco non visto e mi ritrovo a terra lungo e disteso. Era almeno 15 anni che non cadevo in bicicletta. Per fortuna solo qualche graffio a mani e ginocchia, ma il freno davanti si è spaccato ed il portapacchi è imploso sotto il peso dei bagagli e della botta.
Dopo un po’ di riposo per capire dove diamo e perché, con dei cani che nonna smettevano di abbaiare dietro l’orecchio, ci dirigiamo a Sale, dove ci concediamo una piccola pensionino sopra ad un ristorante. Durante questo tragitto sfrutto la frenata “a contropedale (kers)” di Zehus e Gaia porta anche le mie borse sulla sua bicicletta.
Stamattina grazie all’intervento di Bruno, un biciclettaio aggiustatutto di Sale, riusciamo a sostituire il freno ed adattare un vecchio porta pacchi alla bicicletta. I risvolti economici di quella che sarà la VENTO già si vedono, Bruno infatti non è il primo che ci dice che son già passati dei ciclisti che andavano verso Venezia.
Al momento la strada è solo un’idea, un tracciato GPS e la voglia di scoprire la pianura padana, ci sarà bisogno di molto lavoro per rendere davvero ciclabili le strade di campagna che stiamo faticosamente e lentamente percorrendo.
Concludiamo questo terzo giorno stanchi, sporchi, ma in mezzo alla natura coi rumori della fattoria attorno a noi. Una bella giornata!